Abbiamo presentato un'interrogazione
in materia di edilizia scolastica per capire a che punto siamo, considerato che
la questione è stata posta come prioritaria per l’azione di Governo, fino al
punto che lo stesso Presidente del Consiglio si è schierato in prima linea
scrivendo direttamente ai sindaci, scavalcando ogni livello istituzionale
intermedio, mettendo loro a disposizione uno specifico indirizzo e-mail. In
particolare, l’interrogazione vuole verificare lo stato di attuazione del Piano
che prevede finanziamenti per 1 miliardo di euro, poiché ci risulta che finora
siano sono stati realizzati soli pochi marginali interventi di manutenzione.
Infatti, secondo quanto risulta agli
interroganti, i € 400 Mln per la messa in sicurezza delle
scuole, previsti dalla delibera CIPE approvata il 30 giugno, non solo non sono
sufficienti rispetto alle richieste presenti in graduatoria al 15 ottobre 2013,
ma non sono ancora state assegnate agli Enti locali.
Inoltre, non è ancora chiara la
procedura per la destinazione dell’8 per mille del gettito
IRPEF agli interventi di edilizia scolastica, che potrebbe valere per le scuole
italiane qualche decina di milioni di euro, considerato che il fondo,
depauperato negli ultimi mesi per finanziare altri interventi legislativi, ha,
ad oggi, una dotazione di circa 30 milioni di €.
A
quanto risulta, le regioni non possono procedere alla stipula di mutui per il
finanziamento di interventi in materia di edilizia scolastica, in quanto non è
stato ancora emanato il Decreto interministeriale che avrebbe dovuto
individuare le modalità di attuazione, tra cui anche l’autorizzazione alla
stipula dei mutui.
A
questo si aggiungono le difficoltà attuative legate ai vincoli del patto di
stabilità interno per la realizzazione di molti interventi.
I dati forniti dal Ministero
dell’istruzione, università e ricerca relativi all’Anagrafe dell’edilizia
scolastica, istituita ormai da diciotto anni, evidenziano
ancora molte lacune e molte manchevolezze; riteniamo, invece, che il
completamento dell'Anagrafe dovrebbe essere il primo passo per evidenziare le
emergenze, quantificare in maniera ragionata le risorse e razionalizzarne
l'erogazione.
Insomma, molti sono i punti ai quali
si chiede una risposta e sui quali si misurerà la credibilità del Governo e del
premier.
On. Dott. Nicola Ciracì
Di seguito l'interrogazione parlamentare
INTERROGAZIONE IN AULA
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro dell’istruzione,
dell’Università e della Ricerca, al Ministro delle infrastrutture e i
trasporti, al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, al Ministro
dell’Economia e Finanze
PREMESSO CHE
- il primo agosto 2013 in Conferenza Unificata si definiva un accordo
tra Stato, Regioni ed Enti Locali per individuare le migliori modalità di
programmazione e finanziamento degli interventi di edilizia scolastica
- In data 03 marzo e 16 maggio 2014, il Presidente del Consiglio dei
Ministri chiedeva, agli amministratori locali di inviare, secondo modalità del
tutto inconsuete e inusuali, in deroga non solo al protocollo istituzionale, ma
anche alla legislazione vigente, una mail all’indirizzo sindaci@governo.it sullo stato dell’arte,
scegliendo un edificio scolastico bisognoso di intervento, a prescindere da
ogni programmazione condivisa;
- con DPCM del 27 maggio è stata istituita un’apposita Struttura di
Missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ;
- - il 5 luglio 2014 è stato adottato il decreto “Piano di Edilizia
Scolastica”;
- il piano è distinto in tre categorie di intervento: scuole belle (€
450.000.000), scuole sicure (€ 400.000.000), scuole nuove (€ 244.000.000) per
un investimento complessivo previsto di € 1.094.000.000;
- sono stati individuati i comuni per i quali si prevede l’esclusione
dal Patto di stabilità, per le spese sostenute per gli interventi di edilizia
scolastica, entro il limite massimo di 122 milioni di euro per ciascun
anno;
- dal 21 luglio è stata effettuata la ripartizione della prima tranche
di finanziamenti del Piano scuolebelle;
- per la definizione delle graduatorie relative all'assegnazione di 150
milioni di euro originariamente stanziati dal decreto-legge n. 69/2013 (c.d.
decreto del fare) convertito, con modificazioni,
dalla L- n. 68/2013, le singole Regioni avevano presentato, entro la data
fissata (15 ottobre 2013), le proprie graduatorie approvate con delibera
regionale;
- le richieste
presentate superavano, in misura significativa le disponibilità finanziarie
previste dal medesimo decreto-legge, pari a € 150 Mln;
- restano in graduatoria ulteriori 2.024 interventi, per un
importo complessivo di euro 490.577.934;
- le delibera Cipe del 30 giugno ha previsto finanziamenti pari a 510
Mln a valere sul Fondo di sviluppo e coesione per progetti di riqualificazione
e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali (€ 400 Mln) e per il
ripristino del decoro e delle funzionalità degli edifici scolastici (€ 110
Mln);
- il predetto stanziamento di € 400 Mln per la messa in sicurezza delle
scuole non è sufficiente ad esaurire le richieste presenti in graduatoria al 15
ottobre 2013;
- la predetta delibera prevede la presentazione da parte del Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, entro 90 giorni dalla pubblicazione della
delibera, una relazione aggiornata sullo stato di avanzamento procedurale,
fisico e finanziario di tutti gli interventi finanziati da norme di legge o da
delibere del CIPE in materia di edilizia scolastica;
- il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca ancora
non ha provveduto alla ripartizione dei fondi alle amministrazioni comunali per
la realizzazione degli interventi relative alle “scuole sicure”;
- in assenza dell’assegnazione delle risorse, gli Enti locali, salvo
disponibilità di risorse proprie, non possono avviare le procedure di gara,
ovvero le procedure di affidamento dei lavori;
- le cifre stanziate sono bel lontane dai 4 Miliardi annunciati per il
finanziamento del Piano di edilizia scolastica e, ancora meno sono le risorse
effettivamente utilizzabili per far partire interventi qualificanti e non solo
di piccola manutenzione;
- il procedimento di assegnazione delle risorse è rallentato anche nella
definizione della governance e delle competenze, essendo stato previsto un
coinvolgimento diretto degli Amministratori locali, senza tener conto del fatto
che la procedura per l’assegnazione delle risorse CIPE prevede un ruolo
importante e significativo delle regioni che sono chiamate a svolgere anche
un’attività di mediazione tra le varie istanze locali;
- la legge di stabilità per il 2014 (L. 147/2013) ha introdotto, tra le
finalità cui possono essere destinate le risorse della quota di competenza
statale dell’8 per mille del gettito IRPEF, gli interventi straordinari
relativi a ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico
ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti
all'istruzione scolastica;
- solo pochi giorni fa è stata approvata la modifica al regolamento di
cui al d.P.R.10 marzo 1998, n.76 in relazione all’ introduzione
della categoria “edilizia scolastica”;
- il provvedimento potrebbe valere per le scuole italiane qualche decina
di milioni di euro, considerato che nel 2013 l’otto per mille ha sfiorato
quota 1,5 miliardi, ma di questa cifra solo il 15% è stato destinato allo
Stato e il fondo è stato depauperato negli ultimi mesi (passando da 170 a 33
milioni) per finanziare altri interventi legislativi;
- la Commissione bilancio del Senato ha approvato una risoluzione che
impegna il governo a ripristinare il fondo, trovando le risorse all’interno
della legge di stabilità; se così fosse, alla scuola potrebbero andare almeno
30 milioni di euro.
- l’art. 10 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, consente per le
regioni interessate, la stipula di mutui, esclusi dal computo ai fini del patto
di stabilità interno, per il finanziamento di interventi in materia di edilizia
scolastica nell’ambito della programmazione 2013-2015;
- non è stato ancora emanato il Decreto interministeriale che avrebbe
dovuto individuare le modalità di attuazione delle predette
disposizioni, tra cui anche l’autorizzazione alla stipula dei mutui;
- la mancanza di una legislazione unitaria, che ha dato luogo al
sovrapporsi di diversi filoni di interventi di edilizia scolastica, ha spinto
il Parlamento, in sede di conversione del D.L. 104/2013, recante: «Misure
urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.», ad inserire un
comma 1-bis volto ad imporre ai Ministeri competenti l’obbligo di
relazionare annualmente alle Camere sullo stato di avanzamento dei lavori e
sull'andamento della spesa destinata ai medesimi interventi:
dalle disposizioni emanate nel corso della legislatura;
dal Fondo unico per l'edilizia scolastica (FUES), nel quale sono
confluite tutte le risorse iscritte nel bilancio dello Stato comunque destinate
a finanziare interventi di edilizia scolastica;
da ulteriori stanziamenti destinati alle medesime finalità nel bilancio
dello Stato ai sensi della normativa vigente.
- l’Anagrafe dell’edilizia scolastica, a diciotto anni dalla sua istituzione
(l. n. 23/1996), non è ancora completata. Ciò è confermato anche dai primi dati
forniti, resi pubblici a partire dal 2012 dal Ministero dell'istruzione, dati
che evidenziano ancora molte lacune e molte manchevolezze.
- a giudizio dell’interrogante, il completamento dell'Anagrafe dovrebbe
essere il primo passo per evidenziare le emergenze, quantificare in maniera
ragionata le risorse e razionalizzarne l'erogazione;
- anche se i risultati
dell'anagrafe dell'edilizia scolastica sono insufficienti, si può affermare che
il patrimonio edilizio scolastico, costituito per lo più da edifici risalenti
al secolo scorso caratterizzati da tipologie e sistemi costruttivi, che non
offrono adeguati criteri di sicurezza e non rispondono alle nuove esigenze
didattiche.
SI CHIEDE DI CONOSCERE
- quali misure intendano intraprendere con riferimento alle
problematiche esposte in premessa, con particolare riferimento
all’insufficienza delle risorse;
- quali sono i tempi previsti per l’adozione degli atti necessari alla
concreta realizzazione degli interventi , come, ad esempio, l’adozione del
decreto di riparto delle risorse della Delibera CIPE del 30 giugno, richiamata
nelle premesse, agli enti locali;
- se la Struttura di Missione si sia validamente insediata e quale sia
l’attività finora svolta;
- se non ritengano necessaria una valutazione delle competenze a livello
locale e centrale in merito ai processi decisionali di programmazione e
gestione dell'edilizia scolastica;
- se non ritengano opportuno promuovere un intervento omogeneo in
materia di edilizia scolastica che preveda un Piano pluriennale per l'edilizia
scolastica, concertato tra Stato e Enti locali, anche prevedendo la
destinazione dell'8 per mille per la parte di competenza statale e
l'affidamento degli interventi di piccola manutenzione direttamente agli
istituti scolastici;
- quali misure intendono adottare e quali investimenti intendono
realizzare per la creazione di strutture scolastiche adeguate alle nuove esigenze
didattiche, considerato anche che l'intervento sull'esistente può essere
insufficiente ed alle volte antieconomico;
- quali iniziative intendono
intraprendere per evitare ulteriori rallentamenti alla possibilità di
devoluzione del 5 per mille all’edilizia scolastica, con particolare
riferimento alla pubblicazione dei moduli per la presentazione delle istanze,
così come stabilito dal regolamento richiamato in premessa, e per garantire
l’effettivo ripristino del fondo, così come da risoluzione votata in
Commissione Bilancio al Senato.
Si chiede inoltre di conoscere se non si ritiene opportuno:
·
ripristinare un sistema di
finanziamenti costante, di lungo periodo, che garantisca una continuità del
finanziamento statale degli interventi di edilizia scolastica, sulla base della
programmazione territoriale e prevedendo un cofinanziamento di Regioni ed Enti
Locali, in riferimento alle disposizioni dell’art. 1, comma 625 della legge
n.296/06;
·
escludere gli interventi di edilizia scolastica dai vincoli del Patto di
Stabilità per rendere sostenibile l’integrazione degli investimenti.
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