lunedì 23 dicembre 2013

LA CICALA E LA TARES




LA CICALA E LA TARES 


Era Cegliestate e la cicala oziava sdraiata sopra una foglia di via De Nicola godendosi i bei concerti di Capossela, degli Stadio e della Molinari, beandosi dei tanti turisti occasionali che in quelle sere approfittavano della bontà degli abitanti del bosco messapico che offrivano il tutto aggratis.
Che bella amministrazione! - pensava fra sé la cicala - , anche se ho fatto il ribaltino e nessuno ci ha votati tutti diranno che siamo bravi!" e guardava con commiserazione i bruchi azzurri  che aveva tradito e le formiche oppositrici  che si affaticavano sotto il sole  a contare le fatture per ben 390.000 euri che gli abitanti del bosco avrebbero dovuto pagare da lì a qualche mese.
Smetti di fare opposizione! - disse infine la cicala al ghiro uddiccino  - e vieni a divertirti con me". Ma il saggio Piccoli delle formiche disse al ghiro di non ascoltare i cattivi consigli della cicala e di continuare a fare opposizione, ma non venne ascoltato. Troppo forte era il richiamo per il ghiro abituato a saltare da uno Scalone  all'altro.
Mentre il vento d'autunno faceva cadere le ultime foglie, la cicala continuava a cantare e spese altri 100.000 euri per Natale in città, costruì 10 inutili casette in Piazza, assunse 27 interinali , regalò un rifugio al giovane animaletto detto "lo veneziano" e continuò a dare appalti alla cooperativa , mentre gli abitanti del bosco iniziavano a contare i propri risparmi per pagare la TARES delle proprie tane e formicai.
Giunse l'inverno e la cicala non aveva più soldi nei capitoli, né gasolio per riparare  dal freddo le scuole.
"Quanto sono stata incosciente! - si rimproverava la cicala - perché non ho raccolto le provviste per l'inverno come le formiche, non ho fatto neanche un'assicurazione?", ma oramai era troppo tardi e serviva un'idea e quindi riunì tutti gli animali che avevano cantato e ballato con lei per l'intero anno. Intervenne per la prima volta il Ricci-o di cui nessuno aveva mai sentito la voce, poi il ghiro, poi il cappone, poi i san-tori e tutti in coro decisero, aumentiamo le tasse tanto sono tutti storditi dai canti e balli, nessuno si lamenterà e poi licenziamo tutti i lavoratori precari del bosco che non sono nostri amici.
La cicala andò in televisione ma nessuno lo vide , fece pubblicare dal veneziano il Messapo, ma nessuno gli credette,  perchè intanto la TARES era arrivata in tutti i formicai  e le tane con aumenti vertiginosi. Persine Diogene rimase senza petrolio per la lanterna e  "Lo Spicchio" denunciò il tutto alla stampa.
I bruchi azzurri pubblicarono le carte che dimostravano  che nei boschi di Ostuni e Locorotondo nessuno aveva pagato la TARES. 
La cicala aveva perso ogni credibilità, dopo aver tradito i suoi amici e tassato tutti gli animali
Le Formiche  rosse si riunirono insieme ai bruchi azzurri  e decisero di firmare per la prima volta insieme la Mozione di Sfiducia !
La cosa ebbe gran eco nel bosco del diavoletto e per la cicala fu l'inizio della fine e poco dopo venne abbandonata su Facebook anche dal ghiro……………………………………………… ecc.ecc.

MORALE: I vecchi saggi del bosco dicevano "ARRIP ZAMPUGNE PI QUAN ABBISUGN". Non si deve consumare tutto quello che si ha nel bilancio, ma mettere da parte per quando ce n'è bisogno, soprattutto perchè i soldi sono degli abitanti del bosco e non della cicala. Ma questa cosa poteva capirla solo chi aveva esperienza di gestione del bosco e non certo chi messosi una coppola in testa pensava di essere come disse il ghiro " più dritto degli altri" ma in realtà era solo INCAPACE.

I bruchi azzurri

1 commento:

  1. che disastro di amministrazione, liberateci da questi incompetenti.

    RispondiElimina